La ricerca pittorica di Giorgia Garzilli esplora i regni della visione e dello sguardo: considerando i suoi lavori come una serie virtualmente illimitata di zoom-in e zoom-out di un’unica immagine infinita, dove tutti i momenti e i punti d’osservazione coesistono, l’artista pone lo spettatore nella scomoda posizione del voyeur. Rappresentazioni di frammenti di corpi, impegnati in frammenti di azioni, i cui titoli sono frammenti di discorsi, suggeriscono la trasposizione estetica dell’atto di aprire un romanzo in una pagina a caso, leggerne un estratto ed immaginarne lo sviluppo narrativo, senza necessità di conoscerne né causa né conseguenza. La pittura di Garzilli è un ipertesto, dove ogni link su cui si clicca apre un nuovo approfondimento, un nuovo contesto interpretativo, parallelo e allo stesso tempo parte integrante di quell’ «unica immagine infinita» a cui continua a far riferimento come fonte estetica inesauribile. Le sue tele diventano portali che, pur apparentemente mostrando momenti di vita quotidiana, aprono passaggi a luoghi situati da qualche parte sotto la superficie terrestre o nel profondo del subconscio, costruendo un network di desideri e sensualità di cui questi corpi senza volto sono protagonisti, attori inconsapevoli di scene impregnate della fragile delicatezza dell’intimità.