ALA

ART PRIZE 2021

1ª edizione

La prima edizione di ALA Art Prize si rivolge ad artiste e artisti visivi attivi in Campania invitati a presentare un progetto artistico inedito, senza vincoli di tecniche ma compatibile con gli spazi degli headquarters ALA ed in linea con i valori di awareness, leadership e anticipation che da sempre contraddistinguono l’azienda. 

1° premio
Mariangela Levita

Comitato scientifico

Lorenzo Benedetti

Eugenio Viola

Alessia Volpe

MARIANGELA LEVITA

UP

2021
acrilico su tela
310 x 227 cm

UP è il titolo dell’opera che l’artista Mariangela Levita ha ideato per la prima edizione di ALA Art Prize. Trentaquattro tele quadrate, una forma perfetta già presente in architettura, compongono la scritta “UP” sulla parete di fronte la scala monumentale del Teatro Mediterraneo.

I colori brillanti e la geometria essenziale del lavoro portano l’opera a forzare il confine tra mondo reale e mondo della rappresentazione e a propagarsi nello spazio. Lo spessore dell’opera si integra in maniera anatomica alla parete, senza aggredirla, ma creando con essa un legame ed invitando lo spettatore ad osservare il lavoro da diverse prospettive. Per Levita la relazione con l’architettura è da sempre uno dei momenti fondanti della sua ricerca. Queste tracce sono presenti anche nel lavoro vincitore di ALA Art Prize 2021: UP ha concettualmente e formalmente lo scopo, attraverso la linea, la forma ed il colore, di creare accordo tra architettura storica e linguaggio visivo pittorico, restituendo una nuova visione dello spazio.

Con UP Levita traduce in un linguaggio a metà tra pittura e installazione un messaggio di ripartenza, un invito a tenere in alto lo sguardo e quindi l’umore, lo spirito. Nella mole di informazioni in cui siamo immersi, flusso continuo e dissonante di voci, opinioni e dati, in un momento difficile per la nostra storia, UP si pone come un appiglio, sillaba di leggerezza, invito alla gioia.

SCIENTIFIC COMMITTEE X

 MARIANGELA LEVITA

Mariangela Levita ha ingaggiato, negli ultimi 25 anni, un percorso coerente e solitario all’interno dello statuto del medium pittorico, ne ha scandagliato con cura gli elementi costitutivi, spingendosi fino alla ricerca, estrema, delle radici stesse della percezione.
La sua ricerca meta-pittorica è espressione di una concezione “espansa” della pittura, forzando il confine che separa lo spazio della rappresentazione dall’ambiente circostante.

Up (2021) è opera emblematica di questa strategia estetica, in cui Levita svincola l’immagine dall’appartenenza a un luogo, un tempo o un supporto determinato per propagarsi nello spazio, nel fuori-scena, nel fuori-quadro, sempre e comunque oltre la cornice, all’insegna di una sintesi visiva in cui la composizione ritmica, votata al dialogo dei colori nell’insieme, modifica a tal punto la grammatica e la pragmatica della visione da trasformare lo sguardo in una modalità percettiva prossima a quella dell’ascolto.

Nel 2004 un gruppo di paleontologi americani scopre all’interno di una roccia i resti ossei di un ibrido tra un pesce e un alligatore, Tiktaalik roseae, una delle prove che l’origine della nostra vita sulla Terra non sarebbe altro che il risultato di un processo di adattamento.
Ci siamo alzati, 380 milioni di anni fa, e abbiamo camminato, corso, volato.
Il lavoro di Mariangela ci invita a farlo di nuovo, a sollevare lo sguardo, astraendolo dalla contingenza, in un messaggio che è speranza e urgenza.
Se il mondo sta annegando e presto torneremo ad essere pesci, proviamo ancora una volta ad andare in alto.

Mariangela Levita nasce ad Aversa nel 1972, vive e lavora tra Napoli e Londra. Dal 2021 ha aperto una casa studio nel centro storico di Aversa.
Levita focalizza la sua attenzione sull’organizzazione testuale dell’operazione estetica, con il chiaro intento di creare un contesto in cui poter generare un alfabeto dell’immagine: linea, materia, colore, non colore, luce.
Attraverso una progettazione site-specific, passando dalla tela all’architettura e dall’installazione al video, crea un rapporto empatico con il pubblico e stimola la percezione visiva senza seguire una logica figurativa né narrativa. Il suo alfabeto di segni coniuga elementi solo apparentemente contrapposti: forme antiche si traducono in pattern contemporanei. Ha esposto in numerosi musei e gallerie nazionali ed internazionali e realizzato diverse opere pubbliche e lavori site-specific in Italia e all’estero.